Soka Gakkai: il buddismo secondo Nichiren

Non c'è nessuna religione al mondo come il buddismo, e le decine di tradizioni suggeriscono che il messaggio di Buddha ha avuto nel corso dei secoli diverse interpretazioni, in questa mappa concettuale sono raccolte tutte le tradizioni del buddismo. Nel dopo guerra, un'associazione non governativa poneva le basi di un movimento che ha proseliti in tutto il mondo, si tratta della Soka Gakkai international.
Nel 13° secolo un giovane monaco di nome Nichiren(1222-1282) si chiese perché in una nazione di fede buddista non cessassero i disastri naturali, le oppressioni sociali e la sofferenza delle persone. Fu così che iniziò a studiare tutti i sutra disponibili, cercando l'essenza di ognuno di essi, soffermandosi infine, nel sutra del loto. Le radici che affondano nel fondo melmoso generano il fiore del loto e allo stesso modo tutte le persone possiedono le potenzialità del Buddha. Un Buddha è una persona comune capace di superare le proprie e le altrui sofferenze manifestando coraggio, saggezza e compassione. Fu così che Nichiren identificò nella frase Nam-myoho-renge-kyo la chiave per raggiungere la buddità. Era certo che recitando quella frase fosse possibile migliorare la propria e l'altrui vita.
Le autorità feudali non vedevano di buon occhio lo sforzo di Nichiren di alleviare le sofferenze delle persone comuni, fu così che egli dovette subire persecuzioni, anche se la fede nel buddismo e in Nam-myoho-renge-kyo non vacillò mai.
Nella filosofia di Nichiren trovò l'ispirazione il fondatore dell'associazione Soka Gakkai International, un'educatore giapponese di nome Tsunesaburo Makiguchi(1871-1944).
Durante la 2°guerra mondiale Makiguchi venne incarcerato perché si opponeva alle rigide regole militariste e in prigione trovò la morte nel 1944. Nella stessa prigione, Toda, rilasciato nel 1945, prese l'eredini della SGI trasformando l'associazione in un grande movimento popolare buddista.
Con Toda l'associazione si espanse rapidamente, incitando i proseliti a un cambiamento in positivo per portare un sostegno a tutta la società.
Nel 1977 Toda fece un sentito appello per l'abolizione delle armi nucleari, sino a che la pace mondiale divenne lo scopo dell'associazione stessa.
A fianco di Toda c'era un giovane di nome Ikeda che sosteneva l'associazione fino a diventarne presidente dopo la morte di Toda.
Ikeda credeva nel dialogo fra le diverse culture e religioni per instaurare la pace nel mondo.
Oggi SGI conta in 12 milioni di membri in tutto il mondo. Incontri mensili offrono l'opportunità di crescere e contribuire a diffondere il messaggio di questa comunità buddista nel rispetto delle differenze culturali.
La SGI ha un senso di comunità molto forte e attraverso essa è possibile superare i propri problemi o contribuire a risolvere i problemi altrui. Ogni membro SGI è un cittadino del mondo ed è responsabile attraverso il proprio comportamento della società e di quello che gli sta intorno.
Fede, pratica e studio sono i fattori chiave, la pratica consiste nel recitare una parte del sutra del loto, Nam-myoho-renge-kyo con il fine di recare felicità a se stessi e agli altri.
Diffondere la pratica e la fede, secondo i membri SGI è un atto di compassione e partecipare in maniera attiva ai problemi sociali e il modo di alleviare le sofferenze del mondo.
La SGI sostiene lo sviluppo sostenibile e il disarmo, è affiliata all'ONU come associazione non governativa e ogni anno sottopone trattati di pace che hanno trovato eco in alcuni programmi dell'ONU. Nell'amazzonia, in Brasile, l'associazione SGI ha aperto un centro per la riforestazione e la conservazione dell'ambiente.