La vita di Siddharta Gautama(Buddha) e l'evoluzione del buddismo

La parola Buddha letteralmente significa illuminato, colui che ha trovato il risveglio. Per molti l'iconografia del Buddha è quella di un uomo pelato, grasso e sorridente. Niente di più vero e niente di più falso.
Infatti, quello è si un Buddha(illuminato) ma non Siddharta(il fondatore del buddismo). 



budai-buddha-felice
Budai, il Buddha felice
Quello "grasso" è il Budai, che assume diversi nomi nelle varie lingue asiatiche, meglio noto come il Buddha felice, era una persona che aveva raggiunto l'illuminazione per tanto si avvalse dell'appellativo di Buddha.

Di Siddharta(il fondatore del buddismo) non si ha un'iconografia precisa, però possiamo dedurre che fosse magro, anzi magrissimo, visti i digiuni che si sottoponeva.

Siddharta era un principe indiano nato a Lumbini sei secoli prima della nascita di Cristo, proveniva da una famiglia ricca e il padre regnava su uno dei numerosi stati in cui era divisa l'India di allora. La madre Maya si dice sia morta sette giorni dopo il concepimento.

Secondo la tradizione, dopo la nascita di Siddharta, un asceta brahmano(il brahmanesimo era la religione di quell'epoca in India) di nome Asita, riferii ai genitori l'eccezionale destino del figlio e il padre cercò in tutti i modi di impedire quella premonizione. All'eta di sedici anni, Siddharta si sposò con la cugina e tredici anni più tardi ebbe un figlio. Proprio in quell'anno Siddharta decide di abbandonare tutto e tutti.

Non avendo mai conosciuto gli aspetti negativi della vita, perché non era mai uscito dalla sua lussuosa residenza, un giorno rimase sconvolto vedendo: un vecchio decrepito, un malato e un corteo funebre. In quel momento capii che la sofferenza era universale e i valori che gli avevano insegnato erano transitori e poco importanti, vedendo infine un monaco mendicante che vagava per le campagne felice, capii che quella era la strada da seguire.

Rinunciò quindi ad ogni ricchezza per dedicarsi ad una vita di meditazione secondo le tecniche dello yoga.

Siddharta rimase sette anni nella foresta, osservando digiuni e ogni tipo di privazione, per raggiungere, con la guida di vari maestri, la conoscenza della verità e della pace interiore, ma non rimase completamente soddisfatto in quanto lui ricercava la pace definitiva.

A trentacinque anni, Siddharta, sull'orlo dello sfinimento fisico si sedette sotto un'albero, l'albero del bodhi, nell'attuale Bodhgaya e meditò per una notte intera e all'alba raggiunse l'illuminazione, capii che doveva rifiutare una vita di piaceri perché troppo fugace, ma pure la sofferenza volontaria alla quale si era sottoposto era la strada giusta in quanto fonte di orgoglio, il sentiero di mezzo era la via che consentiva e consente di non attaccarsi a nulla, di lasciare andare tutto nel momento in cui sorge, non c'e felicità o infelicità, bene o male nel sentiero di mezzo.

Raggiunta la verità ultima, Buddha Gautama decise di predicare le dottrine buddiste per tutta l'India, a Sarnath predicò ai suoi discepoli il suo primo sermone, spiegando loro le quattro nobili verità: esiste la sofferenza, la sofferenza ha un'origine, la sofferenza può terminare, esiste un sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza.

Passò il resto della sua vita all'insegnamento delle sue dottrine, sino alla morte causata secondo alcuni da cibo avariato, venne dunque cremato dai suoi discepoli secondo il rito indiano.
Buddha Gautama non ci ha lasciato nessun testo scritto, i suoi insegnamenti vennero tramandati dai discepoli.



Fin dai tempi più antichi, l'uomo ha creato, o gli è stata imposta, una connessione con il divino, a un credo comune che identificasse e unisse un determinato popolo sotto lo stesso comune denominatore. Dare risposte a questa esistenza è sempre stato un “tuffo” nel vuoto, l’uomo per nascondere i propri limiti si è affidato a un Dio, come un'entità superiore.


Buddha Gautama non era un Dio, non si reputava tale, al contrario di religioni come il cristianesimo, dove esiste un Dio superiore agli uomini e quindi irraggiungibile, Buddha Gautama predicava una liberazione dal dolore fruibile ad ogni individuo in questa logica il buddismo si espanse a macchia d'olio in tutta l'India.

Ben presto le missioni buddiste varcarono i confini indiani e cominciarono a diffondere il buddismo in altri paesi asiatici e oltre, dal medio oriente all'Egitto. 
Oggi, come allora il buddismo si vive in 2 modi: da monaco/a o da laico. Nei secoli venne disciplinato il modo in cui i monaci dovevano vivere attraverso dei concili, portando ben presto a una grande scissione in 2 tradizioni: Hinayana(in seguito mutò in Theravada) e quella MhayanaMhayana è la tradizione buddista del Tibet, mentre Theravada è praticato nel sud est asiatico. 
La dottrina Mhayana, letteralmente larga via della salvezza, ha sviluppato un buddismo filosofico e mistico, di fondamentale importanza sono stati i Lama(monaci ritenuti guide spirituali) il Dalai Lama era inoltre capo di stato in Tibet sino all’invasione cinese avvenuta nel 1959. Dalla dottrina Mhayana nacquero: il Lamaismo e lo Zen, quest’ultimo arrivò in Giappone nel dodicesimo secolo diventando la religione dei samurai.
Theravada, stretta via della salvezza, nega l'esistenza dell’io individuale. I seguaci del Theravada si dedicano alla predicazione, allo studio dei testi sacri, ed è ad oggi la corrente buddista con il maggior numero di praticanti e quella che si avvicina di più al buddismo originarioAd oggi il buddismo si è istinto in numerosi paesi asiatici quali: India, Afghanistan, Pakistan e Indonesia. In Thailandia e Bhutan, il buddismo è ancora oggi religione di stato. Già dal settimo secolo D.C. in Asia, il buddismo iniziò una lenta decadenza, in occidente invece sta avvenendo una vera e propria rinascita e gli Usa sono il paese con il maggior numero di seguaci buddisti occidentali. Durante l'occupazione in atto nel Tibet molti monaci sono esiliati in occidente, suscitando interesse ad un numero crescente di persone, oggi esistono monasteri di diverse tradizioni in molte parti del mondo